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#IsThisOk

21 December 2021



Il dibattito sulla violenza contro le donne torna ad accendersi a seguito di due eventi.
È quasi ciclico vedere l'opinione pubblica tornare su questo argomento, e a mio avviso è importante, perché ogni volta che si riesce a far parlare di questa piaga sociale si riesce a fare un passettino in avanti, minimo, forse impercettibile, ma si riesce a sensibilizzare qualcuno, a far passare un messaggio, a far ragionare, magari anche solo una persona, su qualcosa che prima credeva non la riguardasse minimamente. E già questa è una vittoria.

Il primo
Maria, nome fittizio creato dalla stampa, denuncia il marito Paolo a seguito di due tipi di violenze: una concretizzatasi in occasione del compleanno del figlio, quando il marito la minaccia con il coltello con cui stava tagliando il pane, assicurandole che il telegiornale in onda in quel momento, che trasmetteva un servizio sui femminicidi, un giorno avrebbe parlato anche di lui, gesto derubricato dalla PM come "scherzoso", e l'altra reiterata nel tempo legata ad abusi e costrizioni sessuali, questa volta giustificati, dalla stessa PM, in quanto la situazione tra i coniugi sarebbe stata di "normale conflittualità e nemmeno di particolare gravità". Insomma l'uomo doveva poter "vincere le resistenze che ogni donna, nel corso di una relazione stabile e duratura, tende ad esercitare quando un marito tenta un approccio sessuale".

Il secondo
Il comune di Manchester, tramite la Greater Manchester Combined Authority (GMCA), lancia una campagna contro la violenza di genere, e lo fa con un video molto impattante.
Il video in questione mostra le quotidiane violenze subite da una qualunque donna nel corso di una normale giornata: catcalling, molestie fisiche, commenti, fischi, palpeggiamenti, giudizi... tutto ciò che un uomo può fare per umiliare una donna, e riportando una serie di dati estrapolati da studi dello Un Women UK, dai quali si evince che il 71% delle donne nel Regno Unito ha subito qualche forma di molestia in un luogo pubblico e che il 95% non l'ha mai denunciato, conclude lanciando l'hashtag #IsThisOK, nel quale è contenuta la domanda retorica dalla quale partire per intavolare un vero discorso di sensibilizzazione.


Il collegamento tra le due storie riguarda una visione maschilista della società, nella quale non esistono violenze, ma DIRITTI dell'uomo e DOVERI della donna.
L'uomo ha il diritto di fare apprezzamenti per strada, di obbligare la propria partner ad avere rapporti quando lui lo desidera, di usare violenza quando non sia soddisfatto di qualcosa, di trattarla insomma come un oggetto; mentre la donna ha il dovere di non reagire alle molestie, di seguire mestamente le volontà del marito e di subire violenze indiscriminate.

Emanciparsi da questa società non è facile (la donna del primo caso oggi è costretta a vivere in un centro antiviolenza), ma c’è una speranza, anzi c'è una strada, ed è la strada che per altro stiamo piano piano seguendo, quella dell'informazione, della mobilitazione, dell'educazione, dell'aiuto e della prevenzione.
In questo senso, infatti, è fondamentale riuscire a far EMPATIZZARE lo spettatore con la protagonista del video.
È vero, è richiesto un grande sforzo di crescita, una voglia intrinseca di conoscere la sensibilità altrui, ma finché ci sarà qualcuno che ci prova, come dicevo inizialmente, è già una vittoria.

A cura di Martin Quattrini